PIATEDA ALTA (CIATE'DA OLTA)

SANT'ANTONIO ABATE

In un documento del 1385, la chiesa di Sant’Antonio che sorge su un ampio terrazzo e dotata di un campanile, di una sagrestia, di un fonte battesimale e di un cimitero otteneva la separazione dalla chiesa madre di Tresivio. La Chiesa divenne parrocchiale indipendente nel 1589. Prima delle trasformazioni seicentesche, il campanile era più basso e la chiesa aveva una facciata a capanna con rosone centrale, un presbiterio chiuso da un alto cancello in ferro e una navata ampia quanto l’attuale, coperta da un soffitto ligneo e illuminata da strette finestre rettangolari. Inoltre, la facciata e il portale maggiore erano ben visibili poiché il collegamento con la casa parrocchiale fu costruito solo verso il 1737, mentre il campanile fu sopraelevato a fine Ottocento e poi ancora nel 1961. Con l’ampliamento seicentesco alla navata unica centrale furono aggiunte quattro cappelle laterali. A destra dell’ingresso principale fu costruita quella di San Carlo Borromeo, dotata nel 1647 di un bell’altare ligneo dipinto e dorato e una tela raffigurante S. Carlo.

A seguire la Cappella della Beata Vergine del Rosario deve figura una pala con La Madonna del Rosario col Bambino, San Domenico e una devota dipinta da Angelo Ligari (1801†1885), mentre le pareti e la volta mostrano medaglioni affrescati, replicati anche nella cappella di fronte (S. Orsola).

Sul primo altare a sinistra vi è una tela con S. Orsola entro un'ancona lignea 1659 mentre nel secondo altare a sinistra è posta una statua della Madonna di fine fattura (XVII) e in una nicchia una statua lignea di S. Dorotea (XVI).

Una quinta cappella intitolata alla Madonna della Cintura fu infine ricavata sulla sinistra, in prossimità del presbiterio verso il 1908, anno al quale risale anche la costruzione della grande volta a botte della navata, affrescata da Luigi Tagliaferri.

Sono opere seicentesche anche il fonte battesimale (1618), il pulpito, la cantoria, il confessionale e gli altari laterali, salvo forse quello dell’Immacolata, che sembra successivo.

L’altar maggiore risale al 1760 e ad esso si accompagnano le due edicole laterali dove sono ora custodite le reliquie di Sant’Orsola, inviate a Piateda verso la fine del 1664. Sulla parete di fondo del presbiterio è invece appeso un dipinto firmato Giacomo Pedrazzi 1844.

La chiesa possiede anche:

due busti reliquiari in legno dipinto e dorato (XVII) e due altri a forma di cassetta finemente intagliati (1687 circa); una coppia di angeli ceroferari in legno policromato (XVIII), due croci astili, di cui una in metallo dorato (XVII) e l'altra in lamina d'argento (XVIII), un elegante ostensorio in ottone dorato (XVI-XVI) a forma di tempietto gotico (XVI) e tre calici, uno in ottone dorato (XV/XVI), il secondo (1540) e il terzo (XVIII) in argento. Sono pure pregevoli un turibolo in argento, una navicella, sei candelieri in lamina di rame argentato (XVIII), altri candelieri in ottone, tre lampade pendule (XVIII) e sei ceroferari in ferro battuto (XVIII).

Sul retro della chiesa c’è il quattrocentesco oratorio di San Giovanni Battista, che fu anche sede della Confraternita del Santissimo Sacramento. Il nucleo originario dell’oratorio, attualmente composto da due campate coperte da volte a crociera, è individuabile nella seconda campata, sulla cui parete di fondo è visibile un grande affresco cinquecentesco al quale era stata addossata una tela di notevoli dimensioni. Ciò accadde quando la cappella, che originariamente doveva essere aperta su tre lati verso cimiteriale, nel 1653 fu trasformata in sede della Confraternita In quell’occasione furono probabilmente murate le arcate e fu aggiunta sul davanti una campata con sottostante sepolcro. Accanto all’oratorio dei confratelli sorge un elegante ossario a tre arcate.